XII Congresso nazionale ACSA “I ritmi della vita” – Commento

Dott. Pietro Lentini

Anche quest’anno ACSA ha organizzato a Roma il XII incontro Nazionale in presenza. La sede scelta è stata una antica villa romana “Villa Icidia” sita ai piedi dei Castelli Romani dotata di grandi spazi verdi, ampie sale, un capiente parcheggio all’aperto e un ristorante che ha consentito di limitare i tempi delle pause dedicate al ristoro nel rispetto delle attuali norme di difesa dalla pandemia da SARS CoV2. Sono state 2 giornate molto vivaci per gli argomenti trattati e per il desiderio maturato di un evento in presenza dopo lunghi mesi di frequentazione di piattaforme informatiche. La gioia di rivedersi ha caratterizzato le dinamiche di questo incontro societario.

Non sono mancate le novità in campo scientifico perché, sia pure con difficoltà, anche quest’ anno l’attività di ricerca e di sperimentazione clinica non si sono fermate e hanno fornito alimento per tanta nuova letteratura. I relatori intervenuti hanno messo in evidenza con orgoglio tutte le novità maturate dai loro studi ed esperienze con riferimento anche alla letteratura internazionale.

Uno spazio interessante è stato dedicato alle malattie respiratorie acute e croniche, alla salubrità dell’aria e alle tecniche per controllarne il ricambio e la temperatura sia negli ambienti sanitari in particolare le residenze sanitarie protette sia negli ambienti domestici dove ci sentiamo tanto al sicuro ma dove noi stessi con le nostre abitudini e comportamenti liberiamo sostanze tossiche nocive. L’infezione da SARS CoV2 ha messo particolarmente in evidenza queste carenze degli ambienti in cui viviamo che comunque dovrebbero da tempo essere oggetto delle nostre attenzioni per soddisfare la nostra necessità di “salute”.

In questa ottica uno spazio importante è stato dedicato ai nutraceutici e al loro impiego in una medicina di iniziativa che è diretta non solo alla cura di patologie diagnosticate, ma al mantenimento della salute, nella prevenzione di complicanze di alcune patologie come il diabete e l’ipertensione arteriosa, nel co-trattamento di alcune patologie come la ipercolesterolemia, nella prevenzione di danni procurati dalla cura di patologie neoplastiche per preservare i substrati biologici.

Sono argomenti questi molto sentiti oggi che con il prolungarsi della vita migliorano le aspettative anche circa la qualità della vita stessa.

Una sessione presieduta dalla dott.ssa Maria Luisa Di Somma dirigente del direttivo AISC (associazione Italiana Pazienti Scompensati) è stata dedicata alle cure emergenti per i pazienti affetti da scompenso cardiaco. Nuovi farmaci consentono di ottenere risposte importanti per la riduzione della mortalità, dei ricoveri ospedalieri e per un miglioramento della qualità di vita. Gli ARNI e il carbossimaltosio ferrico hanno indicazioni specifiche nella letteratura più recente per pazienti con frazione di eiezione ridotta e le glifozine si sono rivelate utili anche nei pazienti con frazione di eiezione preservata. Sempre nuovi campi di utilizzo sono stati individuati per i DOAC nei pazienti in terapia antitrombotica, nei pazienti con fibrillazione atriale cronica e nei polivasculopatici in particolate quelli con PAD in cui è dimostrata con lo studio “Compass” la riduzione dell’esito di amputazione d’ arto.

Le nuove terapie hanno aiutato anche in un momento difficile in cui era ritenuto pericoloso rivolgersi alle strutture sanitarie, evitando ad esempio il controllo frequente dell’INR necessari nei pazienti già in trattamento con farmaci anticoagulanti come il warfarin. Anche la ranolazina ha trovato un suo ruolo nello stabilizzare i sintomi in pazienti con sindrome coronarica cronica, aiutando a superare il disagio della difficoltà di accedere ai controlli clinici. Sono state trattate le nuove strategie terapeutiche per l’ipertensione arteriosa e le malattie metaboliche come il diabete, l’iperuricemia, l’ipercolesterolemia e l’aterosclerosi e tutte le patologie correlate. Un magistrale intervento sulle malattie rare è stato fatto dal prof. Gaddi.

Molto spazio è stato riservato alla “morte improvvisa” e alla cultura competente e certifica dal primo soccorso come componente di un impegno culturale nuovo nella popolazione sanitaria e generale. È intervenuta la dott.ssa Serena Parisi dell’American Heart Association che ha delineato le novità provenienti dall’ aggiornamento delle linee guida AHA.

ACSA negli ultimi anni ha portato avanti un impegno per la diffusione tra i laici e i sanitari della cultura del primo soccorso. In questo congresso è stato presentato “ACSA Academy”. Nello spazio dedicato sono stati discussi casi clinici in acuzie con l’ausilio di simulazioni e con l’utilizzo di manichini elettronici da visitare in grado di mostrare quadri auscultatori, parametri di polso e pressione alterati e ritmi cardiaci patologici e su cui intervenire con compressioni, ventilazioni, gestione avanzata delle vie aeree, intubazione orotracheale, somministrazione di farmaci. La partecipazione a questi casi clinici vissuti come scenari realistici hanno acceso di entusiasmo tutti i partecipanti.

Un particolare ringraziamento va ai componenti della Faculty, tutti relatori di grande spessore che si sono succeduti nell’ illustrare gli argomenti con un linguaggio semplice e di piacevole ascolto, utilizzando immagini e grafici di grande precisione e formidabile effetto visivo.

Ringrazio anche quanti hanno partecipato con domande, esperienze personali, e non si sono risparmiati mettendo in atto tecniche di rianimazione nelle simulazioni sui manichini.

Questi eventi saldano la trama di ACSA tessuta tra le varie delegazioni con molteplici ed interessanti eventi formativi in un programma intenso e vario e continuo.

Spero che il prossimo anno saremo sempre più motivati e sicuramente più numerosi con meno limiti imposti dalle regole di prevenzione per la pandemia.

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